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Il suggestivo incontro con l’anima di Firenze, città-museo unica, irrinunciabile patrimonio di arte e bellezza.


Il suggestivo incontro con l’anima di Firenze, città-museo unica, irrinunciabile patrimonio di arte e bellezza.


Il suggestivo incontro con l’anima di Firenze, città-museo unica, irrinunciabile patrimonio di arte e bellezza.


Il suggestivo incontro con l’anima di Firenze, città-museo unica, irrinunciabile patrimonio di arte e bellezza.

Firenze | I Secoli d'Oro

Firenze | I Secoli d’Oro

29,90

Firenze | I Secoli d'Oro

In tutte le sue sfaccettature, Firenze appare come uno straordinario museo all’aperto: l’arte la si respira dappertutto e il visitatore che si accinge a visitare la città ne è suggestionato fin dal primo istante. Grazie a una attenta scelta che tiene ben presente l’anima di Firenze il volume fornisce un quadro significativo dei tesori artistici della città. Centoquaranta fotografie ne illustrano con sensibilità la bellezza, e il testo dello storico Mario Scalini documenta gli stretti legami che intercorsero tra i più celebri artisti e i loro committenti pubblici e privati: un’intesa fruttuosa che contribuì a far fiorire un’arte di Stato destinata a conquistare il mondo.

Caratteristiche dell'opera

  • Immagini di Paolo Marton e Testi di Mario Scalini
  • Formato 26,7 x 32,5 cm
  • Pagine 144
  • Immagini 115
  • Copertina rigida con sovracoperta
  • Edizione bilingua Italiano - Inglese
  • ISBN 978-88-7057-303-9

L’epopea della pittura e della statuaria fiorentina dal Medioevo sino al pieno Rinascimento

Per capire come si sia svolta, almeno a grandi linee, l’epopea della pittura e della statuaria fiorentina dal Medioevo sino al pieno Rinascimento, bisogna tener fermi alcuni punti che oggi in parte sfuggono alla nostra sensibilità. Se è infatti vero che la Firenze del XIII secolo fu per qualche tempo la capitale economica e mercantile della penisola, è anche fuor di dubbio che questa città fu animata da una religiosità profonda ma al tempo stesso dinamica e vitale. La dinamica d’una città come Venezia non può certo esser paragonata, se non per contrasto, con la prudente ma egualmente produttiva tempra fiorentina. In questo senso, certo, la ieratica arte bizantina, iconicamente stabile e ripetitiva, non poteva soddisfare le esigenze d’un popolo attivo e pratico che mirava alla concretezza ed alla stabilità materiale. Questo ci aiuta a comprendere perché i fiorentini non abbiano voluto continuare la tradizione dei mosaicisti veneziani con la sofisticata eleganza lineare, e i fondi e le figure immateriali e sfuggenti.

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