Annalù

Fukinagashi, gli “Alberi Emotivi”

Annalù
Fukinagashi – Disponibile
vetroresina, carta, cenere, radici, inchiostri,
45x55x5 cm, 2018

Opera in esclusiva per la Collezione “Impronta d’Artista – Caravaggio”, commissionata da Scripta Maneant in 14 pezzi unici, realizzati con intervento diretto dell’Artista su ogni singola opera.

L’impronta dell’Artista digitale è apposta su ogni opera,  accompagnata da regolare certificato di autenticità.

 

Titoli

Parvifolia – Venduta
Papyridera – Venduta
Albonsnesis – Venduta
Szechvanica – Venduta
Calliprinos – Venduta
Crassifloia – Venduta
Shneideriana – Venduta
Laevi – Venduta
Pubescens – Venduta
Carpinifolia – Venduta
Serrata – Venduta

 

Poetica dell’opera

In Oriente fukinagashi significa “battuto dal vento” e identifica una serie di bonsai che hanno la caratteristica di sembrare mossi dal vento nella variante leggera, dove la sensazione è di movimento piacevole, naturale e realistico, e nella variante caratterizzata dall’azione del vento, che negli anni incide sulla crescita e direzione del tronco, dei rami e della vegetazione accentuandone la dinamicità e l’estensione diagonale, offrendo la percezione di un albero sul punto di cadere, una condizione d’instabilità e tormento considerata insolita per un bonsai e per il suo spirito. È la più drammatica rappresentazione della natura cui si rifà l’arte Bonsai.

I bonsai sono natura viva, piccoli alberi di dimensioni contenute che tuttavia esprimono tutta l’energia racchiusa in una grande pianta.
Nel mio lavoro esiste lo stesso concetto: queste costruzioni surreali sono Microcosmi, architetture dell’immaginario dove dimora la Reverie (definita da Buchelard “il fantasticare ad occhi aperti” ). Il mio vuole essere un lavoro intensamente lirico ed evocativo e le forme sono realizzate mediante l’assemblaggio e l’alchimia di resine sintetiche, carte e materiali sottratti alla natura come cortecce e radici.
Ogni materiale corrisponde ad un messaggio preciso: sempre sotto l’egida dei quattro elementi naturali: acqua, fuoco, terra, aria, utilizzo la resina come fosse acqua, la cenere per parlare del fuoco e delle combustioni, i cementi, le radici, le cortecce per parlare della terra ed uso simboli della leggerezza come farfalle, pinne, piume, per raccontare l’aria ed il respiro delle cose.

Mi piace descrivere i Fukinagashi come “alberi emotivi” proprio per il loro aspetto fortemente surreale e dinamico.
L’aspetto d’intensità e del vigore caravaggesco è riscontrabile nella chioma dell’albero, fatta di farfalle rosse, colore particolarmente significativo nell’arte di Caravaggio.
Per quanto in Occidente la farfalla sia oggi considerata una metafora di leggerezza e incostanza, gran parte del suo simbolismo antico è basato sulle metamorfosi che compie: il trapasso dal bruco – goffo, lento, vorace, simbolo del rozzo, dell’incompiuto, della perfezione non raggiunta – alla crisalide, e da questa in farfalla. Si tratta di una seconda nascita, ma insieme è una morte: chi si è involata è una nuova creatura e il bozzolo squarciato, che giace a terra, ne è la spoglia mortale. La farfalla (in greco psyché) è insieme allegoria e simbolo dell’anima e nel mio fukinagashi le fronde fatte di farfalle simboleggiano anime in volo. Le farfalle soffiate dal vento, si disintegrano, strappate a pezzi oppure bruciate in polvere e cenere dentro la resina, diventando esse stesse vento, polvere colorata, respiro vitale… come un cerchio che si chiude e ricomincia.

Esiste poi, sempre, una doppia componente nel mio lavoro: istintiva e razionale; anche in questo caso la tensione visuale della linea diagonale del tronco dialoga con l’armoniosa organizzazione formale dell’impostazione dei rami e delle foglie/ali dove la luce è fondamentale. Nella pittura di Caravaggio il contrasto tra luce e oscurità non crea dissonanza, piuttosto i due elementi opposti sono complementari, mettendo in evidenza il messaggio del pittore. Lo sfondo non esiste più. Ci troviamo davanti a un chiaroscuro enigmatico e inquietante che sollecita l’anima.

Anche i miei fukinagashi hanno assolutamente bisogno di una luce teatrale radente e diagonale per esaltarne al massimo le loro caratteristiche; l’ombra portata sulla parete infatti è altrettanto importante quanto l’opera e ne evidenzia le caratteristiche intrinseche, non solo nella parte superiore dove la chioma acquista definizione ma anche in quella inferiore della base in cui emergono interessanti profondità e si conferisce un’atmosfera di mistero che presagisce l’ineluttabilità del destino.

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